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"La regola fondamentale qui osservata per costruire le variazioni visive della parola 'poesia', è così riassumibile: muovendo da uno schema tipografico canonico della parola 'poesia' è stata effettuata su di essa una serie di manipolazioni morfologiche - consistenti in particolare nell'inserimento di segni diacritici e nello stravolgimento grafico di singole lettere - evitando tuttavia che la parola 'poesia', cioè il canone di partenza, diventasse irriconoscibile all'occhio. Tutto ciò, una volta di più, depone a favore dell'estrema fecondità immaginativa, delle potenzialità nascoste nel canone (tipografico) della 'poesia'".